
Non si può parlare del Festival di Sanremo e di ciò che da esso è proposto senza fare alcune premesse che traggo dal mio ultimo libro Drena La Palude (Drain The Swamp), ed.Edito:
“Nella società democratica lo stile di vita e le opinioni sono indirizzate, come spiegava nel 1928 Edward Bernays, nipote di Freud, da un potere invisibile, che dirige la massa attraverso tecniche utilizzate per inquadrare l’opinione pubblica.

Il fatto di restare nascosto ha il pregio di rimanere inattaccabile e di favorire, se lo ritiene necessario, ora uno ora l’altro schieramento politico e persino entrambi contemporaneamente. In questo modo può manipolare, quasi alla perfezione, sentimenti e mentalità di massa, senza che questa se ne accorga.
Nel 1928, infatti, scrisse che: “Noi siamo governati da uomini di cui ignoriamo tutto, ma che sono in grado di plasmare la nostra mentalità, orientare i nostri gusti, suggerirci cosa pensare”.
Sempre secondo Bernays, ai metodi repressivi oggi si preferisce la “manipolazione dolce”, il cui scopo è quello di far credere ai cittadini che costoro siano liberi di scegliere mentre, al contrario, le loro decisioni sono orientate dall’alto.”
“Tra le varie strategie alcune sono mirate a manipolare la mente dei giovani fin dalla tenera età: sostenere l’uso di liquori, alcool, droga, corruzione morale e ogni forma di vizio, utilizzati sistematicamente da “agenti” per corrompere la gioventù, in modo da renderli consumatori di piacere, senza valori.
La promozione da parte dei registi del liberalismo, ha avuto come conseguenza la creazione di una “società liquida”, come definita da Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo polacco.
In una società che vive per il consumo, tutto è merce, incluso l’essere umano, che costruisce relazioni usa e getta. Le uniche soluzioni sono l’apparire ad ogni costo, come unico valore, e il consumismo mirato all’utilizzo temporaneo di oggetti di desiderio in cui appagarsi, che risultano in breve obsoleti e pertanto rapidamente sostituibili, con un atteggiamento di tipo bulimico.
In questa società prevale l’omogeneizzarsi, ossia un assorbimento passivo degli usi e consuetudini a modelli culturali e di condotta prevalenti in un dato contesto sociale, senza alcuno spirito critico o alcuna capacità riflessiva, con conseguente spersonalizzazione e alienazione. La morale è sempre meno vincolante e il limite tra ciò che bene e ciò che è male è sempre meno definito.
Nel momento in cui l’etica individuale viene abbandonata per lasciare il posto al comportamento dettato dalla massa, la società cessa di esistere come insieme di singoli individui, che anziché interagire nella loro vera identità lo fanno nel loro ruolo.”
Il piano per ottenere questo risultato passa attraverso diversi punti tra cui abituare le masse a vivere di futilità e a soddisfare solo il loro piacere; in una società depravata gli uomini perdono la fede in Dio. Eliminare il Dio cristiano e creare un movimento interreligioso che ponga tutte le religioni sullo stesso piano del cristianesimo, compreso il satanismo.
Fatte queste premesse ecco che non ci dobbiamo stupire o inorridire per quanto è trasmesso nel Festival di Sanremo.
La gara canora in questo caso diventa un tramite per alcuni artisti per lanciare il loro messaggio: normalizzare la perdita del confine tra ciò che è bene e ciò che è male e promuovere la dedizione al vero Dio di questo mondo, Lucifero.
Quindi cosa importa se Achille Lauro è stonato o intonato, cosa importa se il travestitismo è roba vecchia, cosa importa se il Festival di Sanremo annoia o se sembra una carnevalata. Ciò che importa è che oltre dieci milioni di spettatori siano stati catturati da questi contenuti e che i giornali facciano il resto.
