KROKODIL, LA DROGA DEI CANNIBALI, A TORINO E NON SOLO.

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Risale a questi giorni la notizia di un arresto, da parte dei carabinieri di Venaria, di un uomo 47enne abitante a Torino, che spacciava il narcotico Krokodil (coccodrillo), la nuova droga che proviene dalla Russia, ricevendo i clienti su appuntamento telefonico.

Sbarcata in Italia nel 2014, la prima partita è stata sequestrata a Padova da un’insospettabile cameriera di un ristorante di lusso del centro storico. A Milano il krokodil si venderebbe vicino alla stazione di Rogoredo nel “bosco della droga”.

Quali sono le sue caratteristiche?

Il Krokodil, noto anche come “droga degli zombi”, è una droga appartenente al gruppo degli oppiacei e ricavata dalla codeina.

A livello chimico, il krokodil si definisce desomorfina e presenta effetti analgesici 8-10 volte più potenti della morfina. Ciò deriva dal fatto che la lipofilia è due volte e mezzo superiore (valore analogo a quello dell’eroina) e che questo principio attivo tenderebbe a ripartirsi 300 volte di più nelle membrane cellulari piuttosto che nel liquido extracellulare.

Riportata per la prima volta in Siberia nel 2002, il suo uso è andato aumentando al punto che già nel 2011 furono confiscate 65 milioni di dosi. Nel 2012 si sono calcolati 100mila consumatori in Russia, 30mila in Ucraina e 500mila tra Georgia, Kazakistan ed Uzbekistan. La significativa diffusione in Russia è riconducibile al fatto che i trattamenti farmacologici per la dipendenza da eroina ( metadone e buprenorfina) sono illegali e ciò può spingere il tossicodipendente in astinenza ad usare questa droga, passando sopra anche alle conseguenze che ne derivano.

Meno costosa dell’eroina, la base della produzione è la codeina pura o in combinazione con altri principi attivi quali il paracetamolo, l’aspirina, la caffeina; il prodotto finale si ottiene mixandola con altri composti come un solvente organico (diluenti per vernici, benzina), soda o potassa caustica, iodio e fosforo rosso (la polvere rossa compatta che forma la testa dei fiammiferi) ed eventualmente acido cloridrico. La miscela è quindi scaldata su una stufa o sui fornelli da cucina e richiede meno di un’ora.

Il prodotto, di solito effettuato in casa, è in forma liquida e pertanto già pronta per l’iniezione, a differenza dell’eroina.

La sua assunzione, generalmente per via endovenosa ma anche per via sottocutanea o per via orale, determina un rush a 15-30 secondi dalla somministrazione endovenosa e entro i 3-5 minuti per via sottocutanea. L’effetto è un intenso benessere esercitato dall’azione antidolorifica e antispasmodica della codeina ma di durata inferiore a quella dell’eroina, dai 90 minuti alle due ore, per cui chi ne fa uso tende a iniettarsi sempre più spesso il narcotico.

Crea dipendenza immediatamente, dopo la prima o la seconda iniezione.

La disintossicazione richiede la somministrazione al paziente di forti dosi di sedativi e tranquillanti per evitare che svenga dal dolore causato dall’astinenza.

Solo l’1% dei tossicodipendenti riesce a smettere di usarla.

Il suo nome è dovuto agli effetti devastanti sul corpo umano, trasformando la pelle simile a quella del coccodrillo: squamosa, con ulcere e ferite infette nei punti di iniezione causate dal danno vascolare e dall’alto potere necrotico, al punto da dover a volte ricorrere all’amputazione degli arti.

Gli effetti non riguardano solo l’epidermide, ma anche organi come il fegato, rene, tiroide, organi riproduttivi e il sistema nervoso, causando encefalopatia, alterazioni neurologiche, disturbi del linguaggio, della memoria, della personalità. Gli utilizzatori abituali manifestano comportamenti aggressivi che possono sfociare in veri e propri atti di cannibalismo. Il fosforo contenuto è causa di osteonecrosi della mandibola. A questo si aggiunge il rischio di trasmissione di HCV e di HIV.

Considerata dagli esperti una delle droghe peggiori al mondo, secondo i medici chi ne fa uso ha un’aspettativa di vita di circa due anni.

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