LA VIOLENZA DEVE ESSERE COMBATTUTA INDIPENDENTEMENTE DAL SESSO E COINVOLGE TUTTI.

Faccio sempre molta fatica a comprendere e a partecipare a giornate come quella del 25 novembre, dedicata alla violenza sulle donne.

La nostra società è intrisa di atti di violenza che coinvolgono sia uomini  sia donne  e che hanno come oggetto esseri umani di ogni età.

Risale a tre giorni fa l’articolo pubblicato sulla rivista Aleteia in cui Don Fortunato  Di Noto riporta di aver scovato nei meandri d’internet sessanta video,  in cui sessanta neonati sono abusati sessualmente da parte di soggetti compiaciuti, sghignazzanti, con l’arroganza di chi è convinto di non essere individuato perché i neonati non parlano, non telefonano.

Solo nel 2017 Meter ha denunciato n. 502 links con 4292 foto e n. 4412 video con bambini abusati tra gli 0 (zero) e i 2 anni, maschi e femmine.

Una realtà taciuta, non denunciata, come lui stesso ammette: “Abusare sessualmente di neonati, non è neanche una notizia. Non indigna nessuno”

In Afghanistan sono migliaia i ragazzini vittime del fenomeno dei Bacha-bazi, i bambini per gioco; hanno solitamente tra gli 8 e i 14 anni, arrivano da famiglie povere e sono comprati, talvolta rapiti, da uomini potenti che li travestono con abiti da donna, li fanno ballare e infine abusano di loro. Una pratica atroce che passa sotto banco, in cui i bambini abusati se osano parlare sono uccisi e dopo le sevizie sono spesso utilizzati per le missioni suicide dei talebani.

Sicuramente le bambine sono molto più a rischio a forme di violenza sessuale. Un’indagine dell’Agenzia dell’Unione per i diritti fondamentali condotta su 42mila donne e ragazze in tutta l’Ue, pubblicato il 19 novembre dal Parlamento europeo, evidenzia un tasso medio di donne minori vittime al 19,7%, contro il 7,9 dei maschi. In particolare le ragazze costrette a rapporti sessuali forzati sono in media il 9% contro il 3% dei ragazzi mentre i casi che hanno incluso un contatto (tocco, accarezzamento o bacio) hanno riguardato il 13% delle femmine e il 6% dei maschi.

Quanti sono, tuttavia, i casi di abusi sessuali sui bambini in ambito ecclesiastico?  Solo in Pennsylvania un’inchiesta dell’Investigating Grand Jury accusa 301 sacerdoti di aver molestato migliaia di bambini, la maggior parte ragazzini, dagli anni ’40 a oggi.

Esiste un’altra forma di violenza cui i bambini sono sottoposti: la violenza domestica.  I figli, in questo caso, possono essere vittime dirette o spettatori di atti violenti di un genitore contro l’altro: la violenza assistita. In questo caso non ci si riferisce solo alle situazioni di grave maltrattamento del padre contro la madre, ma anche a quelle in cui avvengono litigi violenti e cronici fra i coniugi, specie nei casi di separazione per l’affidamento dei figli, in cui il carnefice e la vittima non sono necessariamente l’uomo e la donna. In queste situazioni i bambini possono ritenersi la causa della tensione familiare e nel tempo questo clima può determinare bassa autostima, capacità empatiche ridotte, capacità intellettive danneggiate perché l’alto livello di violenza durante l’infanzia danneggia lo sviluppo neuro-cognitivo dei bambini.

In ambito familiare c’è una forma ancora più sottile: l’incuria emozionale. Le parole possono ferire ancora di più di un maltrattamento fisico; la trascuratezza che alcune mamme hanno nei confronti dei propri figli sarà alla base di problematiche comportamentali future e di rapporti deviati con la figura femminile.

La violenza non è solo sessuale o familiare.

Esiste una forma di maltrattamento invisibile che è quella che accade in ambito scolastico da parte di alcuni docenti verso i propri alunni.  Fulvio Scaparro, psicoterapeuta e fondatore dell’Associazione GeA avverte: «Le urla della maestra con il dito puntato e le minacce non sono meno gravi di uno schiaffo».  Sono oramai diversi i casi denunciati di gravi maltrattamenti effettuati da maestre in ambito scolastico.  Esistono, oltre ai casi clamorosi, atteggiamenti prepotenti, minacciosi, che avvengono quotidianamente in classe da parte di docenti; apparentemente non importanti, nel tempo sono causa di stigma altrettanto grave della percossa fisica.

I dati della Polizia postale riportano che più di 350 i minori subiscono violenze online ogni anno. Secondo i dati del Viminale dal primo gennaio 2016 al 30 aprile 2018 sono stati 664 i casi di cyberbullismo in Italia ai danni di minorenni; in particolare nei primi 4 mesi del 2018 i casi di cyberbullismo contro i minori sono stati 106.

Lasciando da parte i giovani e parlando di adulti, se da un lato si denuncia la violenza contro le donne, dall’altra esiste una forma di violenza più subdola: quella femminile nei confronti degli uomini.

In Italia sono poche le indagini che trattano questa realtà. Secondo un’indagine dell’Università di Siena, nel 2011 sarebbero stati oltre 5 milioni gli uomini vittime di violenza femminile.

Gli atti cui sono sottoposti sono: minaccia di esercitare violenza (63,1%); graffi, morsi, capelli strappati (60,05); lancio di oggetti (51,02); percosse con calci e pugni (58,1%).  Nell’indagine sono, inoltre, riportate altre forme di violenza (15,7%): tentativi di folgorazione con la corrente elettrica, investimenti con l’auto, mani schiacciate nelle porte, spinte dalle scale.

Anche gli uomini possono essere oggetto di violenza psicologica ed economica da parte delle donne: critiche a causa di un impiego poco remunerato (50.8%); denigrazioni a causa della vita modesta consentita alla partner (50,2%); paragoni irridenti con persone che hanno guadagni migliori (38,2%); rifiuto di partecipare economicamente alla gestione familiare (48,2%); critiche per difetti fisici (29,3%). Insulti e umiliazione raggiungono una quota d’intervistati del 75,4%; distruzione, danneggiamento di beni, minaccia verbale (47,1%) o di suicidio o di autolesionismo (32,4%), specialmente durante la cessazione della convivenza e alla presenza di figli, spesso utilizzati in modo strumentale.  Minaccia di chiedere la separazione, togliere casa e risorse, ridurre in rovina (68,4%), di portare via i figli (58,2%), di ostacolare i contatti con i figli (59,4%), d’impedire definitivamente ogni contatto con i figli (43,8%).

E’ fondamentale operare quotidianamente contro la violenza. In che modo?

  • Riportando amore nei nuclei familiari.
  • Insegnando fin da piccoli il rispetto verso il prossimo.
  • Accettando che il ruolo di madre non è sinonimo di serva ma fondamentale per creare le fondamenta di una società sana.
  • Insegnando ai propri figli che il rispetto della persona non si conquista attraverso atteggiamenti malsani, come quello di baciare più ragazzi in discoteca (moda attuale delle adolescenti), di sballarsi con fiumi di alcol o attraverso l’uso di droghe, di conquistare like nel social attraverso l’esposizione del proprio corpo…
  • Preferendo come requisiti, per fondare un  rapporto di coppia,  il rispetto, l’amore, la sensibilità  e non il patrimonio economico o l’aspetto fisico.
  • Introducendo uno spazio scolastico dedicato all’educazione civica e un maggior controllo sui modi d’insegnamento dei docenti, la cui valutazione deve includere anche la capacità di relazionarsi con gli alunni. La scuola ha inoltre il dovere di combattere ogni forma di bullismo e non di girare la testa, come se niente stesse accadendo.
  • Eliminando dai mass media figure femminili che hanno raggiunto la fama attraverso l’esposizione del proprio corpo, personaggi tipo Fabrizio Corona che vive di notorietà utilizzando metodi anche illegali, trasmissioni diseducative come “Il grande fratello” e simili.
  • Riportando l’educazione nel confronto sia in ambito giornalistico sia televisivo.

Potrei andare ancora avanti ma il messaggio è che la violenza non si combatte con le giornate dedicate per poi ritornare negli atteggiamenti distorti che accompagnano la quotidianità di tutti noi, bensì con un radicale cambiamento comportamentale che coinvolge ogni singolo individuo.

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