Michel Onfray, intellettuale di sinistra, filosofo e saggista francese, nel suo saggio “Teoria della dittatura” descrive come si può sviluppare una dittatura.

Basandosi sull’analisi di due opere di George Orwell, “1984” e “La fattoria degli animali”, l’autore li utilizza come strumenti per descrivere le sette «fasi» o «comandamenti» necessari a far sì che una dittatura si realizzi in modo concreto:
- distruggere la libertà
- impoverire la lingua;
- abolire la verità;
- sopprimere la storia;
- negare la natura;
- propagare l’odio;
- aspirare all’Impero.
La sua descrizione ricorda ciò che sta avvenendo nei giorni nostri, senza che noi ce ne rendiamo conto:
- La stretta sorveglianza,
- La denuncia dei crimini di pensiero
- L’imposizione dell’opinione pubblica
- L’eliminazione dei classici, la “cancel culture”, attraverso l’abbattimento di statue, di censura dei libri o di strade rinominate.

- L’imposizione di una lingua nuova che tenga conto del politicamente corretto, con conseguente divieto di determinate parole e l’impoverimento della lingua grazie anche alla collaborazione di programmi televisivi livellati verso il basso.
- La sostituzione dell’antirazzismo concreto con uno di facciata, basato su atti ipocriti che hanno come unico scopo quello di dimostrare un’appartenenza al pensiero dominante.





Il verso incriminato della canzone che offenderebbe le persone di colore recita «E quando poi veniamo pagati, buttiamo via tutti i nostri sogni».
- La sostituzione delle leggi della natura con quelle culturali, per le quali il sesso perde la sua connotazione biologica ma subisce l’influenza ambientale, la procreazione non è più prerogativa materna e il neonato diventa oggetto di compra-vendita grazie all’utero in affitto.

- La censura assume un valore relativo, con criteri dettati dal politically correct e dai social, che mettono in castigo ogni giorno chi cerca di alzare la testa e di sviluppare un pensiero critico, non necessariamente corretto, ma che dovrebbe essere oggetto di dibattito e di crescita culturale e non eliminato con un click. Ogni tentativo di difendere una cultura cristiana, tradizionalista è oramai etichettata come omofoba, fascista e oggetto di critiche aspre.

- Una solidarietà verso gli immigrati che però non denuncia e non combatte la sparizione di minori, la prostituzione e il traffico d’organi e la manodopera a basso costo.

E’ triste vedere come tutto ciò avvenga con la complicità dei media, degli artisti, della scuola, ma soprattutto qual è il fine di tutto questo?
