In un precedente articolo, pubblicato nel mio blog ho segnalato l’ambiguità di alcuni messaggi presenti nella collezione Designs ufficiali Steven Rhodes presenti sul mercato. In particolare cattura l’attenzione la linea di abbigliamento Wicked Clothes (vestiti malvagi), composta da T-shirt, felpe e body per bambini, in cui l’esoterismo e in particolare l’occulto è il tema principale delle illustrazioni da lui disegnate.
In “Sacrificare Toby” ci sono, addirittura, gli estremi per l’istigazione a delinquere, sec, l’art. 414 codice penale: “Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati è punito, per il solo fatto dell’istigazione.”

Tuttavia questa linea d’abbigliamento non è l’unica che si caratterizza per messaggi subliminali che richiamano tendenze sempre più in voga nella nostra società. La moda, da sempre in grado di cogliere i fermenti sociali, ha trasferito nei propri abiti l’ambiguità di genere. E’ il caso di Alessandro Michele, direttore artistico di Gucci, che spesso caratterizza le sue sfilate con la presenza di modello/e dalle fattezze indecifrabili, sia per i tratti somatici che per i capi d’abbigliamento, a sostegno della tendenza Genderless: un look in cui si perde la distinzione tra maschile e femminile, dove le donne sono, ad esempio, vestite di pelle e gli uomini indossano zeppe vertiginose e borsette. Il tutto farcito da un’atmosfera che trasmette inquietudine, come in una delle sue sfilate del 2018.


“La collezione autunno/inverno 2019-20 di Alessandro Michele per Gucci è la rappresentazione di una società che attraverso il riconoscimento delle persone cerca se stessa……Uomini, donne, persone, esseri umani che usano gli abiti come usano i pensieri, le parole, le azioni.”
Ma la moda non si ferma qui.
Caroline Bosmans, madre di quattro figli, lavora come terapista nell’asilo psichiatrico. Appassionata di moda dei bambini, si è laureata presso il dipartimento di moda SASK Sint-Niklaas. Ha creato un suo marchio di lusso d’abbigliamento per bambini, in cui le piace giocare con i confini tra ragazzi e ragazze e non solo.

La galleria di foto che promuovono i suoi capi d’abbigliamento su Instagram e Facebook si caratterizzano, molto spesso, per le pose dei bambini che simulano situazioni di morte, di sballo e che portano a pensare ad altro. Mai un sorriso, un gesto affettuoso che non lasci trasparire realtà oscure.
In una sciarpa indossata da un bambino si legge la parola “cloaca” nel carattere Coca Cola. Cloaca è “La cavità comune in cui si aprono le vie intestinali, genitali e urinarie nei vertebrati come pesci, rettili, uccelli e alcuni mammiferi primitivi”. Quando si parla di cloaca ci si può riferire anche alla fogna e il bambino ha topi sulla giacca.
Ma la cloaca è anche il pene del gallo che si accoppia con la gallina attraverso una copulazione cloacale. Il rapporto avviene in maniera diversa rispetto a gran parte degli animali, in quanto non c’è penetrazione da parte del maschio nell’apparato riproduttivo della femmina. Cosa vi induce a pensare? Il tutto contornato dal simbolo dell’occhio.




Il mondo infantile, promosso da questa linea di abbigliamento, porta a immaginare non a una realtà immacolata, gioiosa, spensierata, come dovrebbe essere quella di un bambino, ma a un mondo ricco di trappole e di mostri, pronti a sbranarlo in tutti i modi.


Forse sono i che sono fuori dai tempi, forse sono io che non riesco a cogliere il lato artistico di tutto ciò. Certo è che, come mamma e come consumatrice, un capo di abbigliamento così, ai miei figli, non lo comprerei mai.