SNAPCHAT DISMORPHIA

Una moda che imperversa tra i giovani e l’utilizzo dei “filtri ritocco” nei selfie da postare nei diversi social.

Il fenomeno ha dato luogo alla “Snapchat dismorphia”, espressione coniata dal dott. Tijion Esho, un medico cosmetico.

Di cosa si tratta? È l’ossessione dell’utilizzo del “filtro bellezza” dei social, come Snapchat o Instagram, per ritoccare la propria immagine, facendola apparire dall’aspetto più giovanile grazie alla pelle più levigata e senza rughe, o con connotati del corpo modificati: occhi più grandi o labbra più carnose, glutei più tonici, seno più prosperoso o addominali più scolpiti.

Facetune è  tra le più scaricate; in poche mosse permette di sbiancare i denti, ridurre la silhouette, aggiustare la linea del viso e molto ancora se a pagamento.

In questa patologia dalla modifica virtuale si passa a quella reale, tramite il ricorso della chirurgia plastica, a causa del desiderio di apparire meglio nei selfie così come nelle foto modificate.

Un  studio  effettuato dal Telefono Azzurro Onlus,che ha coinvolto millecinquecento giovani di età compresa tra gli undici e diciannove anni su tutto il territorio italiano, evidenzia  quanto gli adolescenti siano preoccupati della loro immagine e aspetto fisico:

il 44% delle ragazze non si piace e il 42% dei maschi vorrebbe essere più muscoloso; il 49%, ammette di aver ridotto drasticamente il cibo, proprio per via dell’aspetto estetico che non corrisponde ai canoni sociali e quasi il 60% si butta sul cibo con atteggiamento bulimico, per colmare un vuoto emotivo.

Negli ultimi anni il ricorso alla chirurgia estetica ha coinvolto sempre di più i giovani, dai tredici anni, a causa di disagi psicologici legati alla propria immagine o di tipo alimentare, che si cercano di risolvere con il bisturi. Ciò può innescare un meccanismo di dipendenza nei confronti della chirurgia estetica, con il proseguire d’interventi sempre più importanti e di conseguenza pericolosi.

Spesso i ragazzi, nella corsa al ritocco, sono assecondati, se non addirittura incoraggiati, dai propri genitori.

Secondo i dati dell’Isaps, la Società internazionale di chirurgia plastica estetica, l’Italia è salita al quarto posto della classifica fra i Paesi con maggior numero di ritocchi o operazioni chirurgiche mentre le statiche più recenti sui selfie, elaborate da una ricerca del Cnr (Consiglio Nazionale delle Ricerche), rilevano che l’Italia è al secondo posto nella classifica dei Paesi in cui si fanno più autoritratti digitali per poi condividerli su Instagram.

In una ricerca condotta dalla ‘Società italiana di medicina estetica’, nel 2015, con l’università ‘Magna Grecia’ di Catanzaro, è stato analizzato un campione di oltre duemila ragazzi fra i 13 e i 18 anni: il 17,7% di loro era disponibile a un ritocco estetico, il 15,8% delle ragazze e il 3,3% dei ragazzi avevano già usufruito della medicina estetica o della chirurgia plastica per curare alcuni difetti.  

Al primo posto fra gli interventi più richiesti c’è quello dell’aumento del seno.

Sono aumentati anche gli interventi di ringiovanimento vaginale, richiesti da ragazze tra i diciotto e i vent’anni, che vogliono l’aspetto delle piccole e grandi labbra in linea con i canoni che dominano su internet o fra le amiche.

Nei maschi le operazioni più diffuse sono la ginecomastia e il trapianto di capelli.

La richiesta di rinoplastica è, invece, calata anche grazie allo sviluppo di tecniche meno invasive come l’utilizzo di rinofiller che correggono il naso, temporaneamente e in maniera ambulatoriale, senza anestesia e con rischi inferiori rispetto a quelli di un intervento.

Anche la liposuzione è stata sostituita dall’impiego di apparecchiature come laser e radiofrequenza, che migliorano il tono muscolare e riducono le adiposità, in maniera più semplice e meno traumatica.

Una vera e propria impennata l’ha avuta invece la tossina botulinica che permette di distendere le rughe su fronte e contorno occhi. A richiederla sono sopratutto le ragazze under 30.  

Ciò che emerge da questi dati riportati è come è diventato sempre più difficile da parte dei giovani accettare il proprio corpo, con i suoi pregi e difetti, anche per colpa di canoni estetici, apparentemente perfetti, che riscuotono enorme successo sia nei mass-media che su social come Instagram. La ricerca continua di consensi porta, nell’età dei selfie, a valutare costantemente il proprio viso e  corpo.

La bellezza di una persona è anche legata alle imperfezioni che la rendono particolare e non uniformata, proprio ciò che in questa patologia si vuole eliminare: un’asimmetria del volto, un’irregolarità della dentatura, del naso  o altro:
“L’assenza di difetti nella bellezza è di per sé un difetto”.
(Henry Havelock Ellis)

Il comportamento e la personalità hanno un ruolo considerevole nel spostare l’ago della bilancia a favore della bellezza di una persona che non può e non  deve essere giudicata unicamente dalle foto postate.

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